giovedì 4 agosto 2016

Recensione: La collina dei conigli - Richard Adams

Buonasera! Rieccomi qui per una nuova recensione. Sapete che quando si tratta di recensire libri non amo dilungarmi troppo per non togliervi il piacere di una buona lettura, difatti anche questa sarà davvero breve. Oggi vi parlo de La collina dei conigli di Richard Adams, un altro libro che mi è piaciuto davvero tanto.
 
 Prezzo: 14.00
                              Editore: Bur Biblioteca Univ. Rizzoli (Best BUR)
                              Genere: Romanzi stranieri
                              Pagine: 429



Trama:

Nel sud dell'Inghilterra, sulle colline del Berkshire, vive in pace una numerosa comunità di conigli. Tra loro c'è il piccolo Quintilio, che ha il potere di fare dei sogni premonitori: questa volta il sonno gli ha parlato di una terribile minaccia che sta per abbattersi sulla sua gente. Qualcosa di inspiegabile, che viene dagli uomini. Ma quando tenta di mettere in guardia il suo popolo, come spesso accade ai profeti, nessuno gli crede. E cosa può fare il piccolo Quintilio se nemmeno il Coniglio Capo gli presta attenzione? Semplice, decidere di fuggire lontano con un gruppo di amici fidati. Attraverso terre sconosciute e impervie, la coraggiosa compagnia di conigli intraprende un viaggio alla conquista della libertà e di una nuova possibilità di vita, imbattendosi in pericoli di tutti i tipi: da una conigliera dove i conigli sono un po' apatici ma hanno cibo in abbondanza (anche se ogni tanto qualcuno scompare), a una strana comunità dove le coniglie non fanno più cuccioli. Un romanzo epico, a metà tra Tolkien e Orwell, un classico in cui Richard Adams dà forma a un universo divertente e appassionante, alla ricerca di un mondo migliore.

Recensione:

Questo è uno di quei libri che nella loro apparente semplicità hanno tanto da trasmettere. Grazie allo stile di scrittura di Adams e alle varie vicende che ti tengono incollato alle pagine, non puoi fare a meno di affezionarti ad ogni personaggio che, man mano la storia prosegue, non vedrai più solo come un coniglio, ma alla stessa stregua di un uomo. A far riflettere parecchio sono soprattutto i loro pensieri, le loro riflessioni, l'intelligenza di alcuni e l'innata perspicacia di altri. Il modo in cui ragionano, studiano i loro piani, in cui si affezionano l'uno all'altro a tal punto da non immaginare più un possibile futuro senza anche solo uno di essi, non sono comportamenti tipici di un coniglio, come si tende a ribadire più volte nella stessa storia; essi non dovrebbero provare determinati sentimenti, sensazioni o mettere a punto strategie di invasione, in quanto sono solo prerogativa di chi è dotato di una ragione e non del solo istinto. Eppure la loro astuzia e caparbietà, unite al forte legame che unisce questo gruppo di coniglietti, è qualcosa che non tutti gli esseri umani possono dire di aver mai provato.
Geniale è anche la capacità che ha avuto l'autore nel creare un'intera civiltà in piena regola, fatta su misura per quei conigli. Una civiltà molto simile a quella degli uomini, dotata di una propria lingua, il lapino, di un proprio credo, delle proprie leggende, della propria storia e di una propria gerarchia. Tutto è ben strutturato e studiato nei minimi dettagli. GENIALE, solo questo.
 
Ecco un passaggio in cui viene spiegata quella che è la genesi del mondo per quei coniglietti:
"Tanto, tanto tempo fa il grande Frits creò l'universo. Mise in cielo le stelle, e in mezzo al firmamento mise il mondo. Poi, il Grande Frits creò tutti gli animali della terra e gli uccelli dell'aria, e gli fece di principio tutti uguali. Fra gli animali allora c'era Elil-hrair-rah, il principe dei conigli. Egli aveva molti amici, e insieme pascolavano l'erbetta. Ma con l'andar del tempo, i conigli si misero a vagare e pascolare dappertutto, e si moltiplicavano via a via. Allora, il Grande Frits disse a Elil-hrair-rah: «Principe Coniglio, se non sei buono tu a tenere buono i tuoi, dovrò cercare io la maniera di farli rigare dritto.». Elil-hrair-rah non volle dargli retta, e anzi gli rispose: «Il mio popolo è il popolo più forte che ci sia al mondo.»
Tanta arroganza mandò in collera il Grande Frits, che decise di fargliela pagare. Allora promise un regalo a ciascun animale per rendere ognuno di loro diverso dagli altri. Venne dunque a lui la volpe, vennero il cane e il gatto, venne il falco, venne la faina, e a ciascuno il Grande Frits donò un feroce desiderio di cacciare e divorare i figli di Elil-hrair-rah. Elil-hrair-rah si rese conto allora che il Grande Frits era troppo furbo, e ne ebbe paura. Non aveva mai visto finora il Coniglio Nero della Morte."
 
Per quanto riguarda la stesura, l'autore è riuscito a creare una prosa davvero accattivante e coinvolgente, dallo stile molto sobrio e scorrevole, capace di immergerti in un'avventura che non ti permetterà di distogliere lo sguardo dalle righe.
 
BELLISSIMO!
 
- Ariam.

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