sabato 30 luglio 2016

Recensione: La casa degli spiriti - Isabel Allende

Buongiorno! Oggi vi propongo la mia prima recensione sul blog. Personalmente non amo le recensioni molto lunghe in quanto mi angoscia un po' l'idea di dover leggere papiri e papiri a proposito di un libro che. nella maggior parte dei casi, devo ancora acquistare. Dilungandomi troppo c'è il rischio che cominci a divagare e a perdermi in chiacchiere, dunque per la vostra, e anche mia, gioia cercherò di essere quanto più sintetica, chiara e concisa.
Vi parlerò de La casa degli spiriti di Isabel Allende, un libro che ho terminato proprio qualche giorno fa. Prima vi darò qualche informazione sull'edizione e sulla trama e poi procederò con l'esporvi la mia opinione personale.


 Prezzo: 9,50
   
    Editore: Feltrinelli (Universale Economica)
    Formato: Tascabile
    Pagine: 364

Descrizione:

Una saga familiare del nostro secolo in cui si rispecchiano la storia e il destino di tutto un popolo, quello cileno, nei racconti delle donne di una importante e stravagante famiglia. Un grande affresco che per fascino ed emozione può ricordare al lettore, nell'ambito della narrativa sudamericana, soltanto "Cent'anni di solitudine" di Garcia Marquez.

Recensione:

Comincio col dirvi che questo libro volevo leggerlo da un sacco di tempo e, quando lo trovai usato su Libraccio, non ci pensai due volte e lo acquistai. Ottimo romanzo familiare che percorre le vicende di tre generazioni di donne, Clara, Blanca e Alba, legate da un filo invisibile. Queste tre donne, rispettivamente nonna, figlia e nipote, incarnano tutta la tenacia, la tenerezza e la forza proprie dello spirito femminile, sono donne con la "D" maiuscola, che pur di rimanere fedeli ai proprio ideali e princìpi, sono disposte a tutto. Hanno il coraggio di perseguire i propri desideri, anche se questo significa amare qualcuno che il proprio padre non approva; questo mi ha fatto riflettere circa il fatto che talvolta anche amare richiede coraggio, quando tutto il mondo sembra esservi contro, quando le circostanze della vita vi costringono al distacco dalla persona amata o, nel peggiore dei casi, come per Alba e il suo Miguel in piena dittatura fascista, quando anche solo cercare o incontrare la persona che più si ama significa rischiare la propria vita. È stato bello ed emozionante percorrere il loro vissuto, condividere le loro gioie e i loro dolori, le loro paure e le loro difficoltà, affezionarsi a tutti i personaggi, anche a quelli apparentemente più rudi, severi e scontrosi come Esteban Trueba. Quest'ultimo incarna la figura del padre padrone, che si è costruito la propria vita da sé partendo dal nulla, che grazie alle proprie forze è riuscito a diventare qualcuno. Fu proprio questo a trasformarlo in un uomo arrogante e violento, capace di ottenere qualunque cosa pretendesse a qualunque costo. Il trascorrere degli anni e le vicissitudini susseguitesi all'interno del proprio nucleo familiare lo portarono a comprendere che questo atteggiamento non aveva fatto altro che allontanare tutti, compresa la moglie Clara e i figli, e che la ricchezza materiale non era nulla paragonata alla felicità e all'amore della propria famiglia, perché il denaro, seppur in grande quantità, non avrebbe mai potuto colmare quel vuoto lasciato dall'avversione dei proprio cari.
A lettura finita comprendo il motivo per cui la maggior parte della gente definisce questo romanzo "magico". Seppur narri vicende pressoché comuni in quel periodo, una realtà che molta altra gente avrà vissuto sulla propria pelle, riesce a creare una sorta di aura mitica sui vari protagonisti e sulle loro vite, su ciò che avveniva in quella casa, i cui spiriti non erano altro che le anime di coloro che vi avevano vissuto e vi avevano lasciato un segno indelebile.
Unica pecca che mi sento di segnalare è la lentezza con cui la Allende narra le vicende, non a caso ho impiegato quasi dieci giorni a finirlo. Probabilmente è un difetto che riscontro io perché abituata a letture più leggere e scorrevoli, per questo esorto tutti a leggere questo grande classico della letteratura sudamericana, merita davvero una possibilità. Per il resto lo stile di scrittura risulta ben preciso e puntuale, dettagliato, capace di immergerti a pieno nella storia, dandoti l'impressione di vivere tu stessa alle Tre Marie, di esserci quando Clara spostava gli oggetti con la forza del pensiero o chiamava i suoi spiriti, quando, insieme a Blanca e ad Alba, soccorrevano i poveri e i malati in un'epoca di instabilità politica e sociale che aveva totalmente cambiato non solo il loro paese, ma il rapporto che avevano gli uni con gli altri e il loro modo di approcciarsi alla vita.

 
NON MALE!
- Ariam. 

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