mercoledì 7 settembre 2016

Recensione: Omero, Iliade - Alessandro Baricco

Buongiorno, lettori! Oggi torniamo sul blog con la recensione di un libro che ho appena terminato, ovvero Omero, Iliade di Baricco. Non vedevo l'ora di leggere quello che è uno dei più noti e importanti poemi di tutti i tempi, insieme all'Odissea, scritto però in prosa, a mo' di romanzo corale. Ma partiamo subito con l'analisi dell'edizione!

 Prezzo: 7.50
                                                 Editore: Feltrinelli (Universale Economica)
                                                 Genere: Testo teatrale
                                                 Pagine: 163

Trama:

Questo volume nasce da un progetto di rilettura del poema omerico destinato alla scena teatrale. Baricco smonta e rimonta l'Iliade creando ventun monologhi, corrispondenti ad altrettanti personaggi del poema e al personaggio di un aedo che racconta, in chiusura, l'assedio e la caduta di Troia. L'autore "rinuncia" agli dei e punta sulle figure che si muovono sulla terra, sui campi di battaglia, nei palazzi achei, dietro le mura della città assediata. Tema nodale di questa sequenza di monologhi è la guerra, la guerra come desiderio, destino, fascinazione, condanna. Un'operazione teatrale e letteraria insieme, dalla quale emerge un intenso sapore di attualizzazione, riviviscenza, urgenza, anche morale e civile.

Recensione:

Fin dagli anni delle medie, quelli che erano gli scritti omerici mi incuriosivano e affascinavano moltissimo, però mi ero sempre limitata ad attenermi a quei pochi passaggi che potevamo fare a scuola e al magnifico film con Brad Pitt, Troy (Quant'è bello quel film!). Quest'estate finalmente ho avuto l'opportunità di cimentarmi in quest'opera scritta e studiata dallo scrittore Alessandro Baricco ed è stata per me una piacevolissima scoperta. Sappiamo tutti che leggere questo poema nella sua stesura originale in versi è abbastanza complicato per chi non è competente (tipo me), perciò il venire a conoscenza dell'esistenza di un libro in cui l'opera era stata riscritta in prosa, sotto forma di romanzo, mi ha convinto a dargli una possibilità.
Lo stile di Baricco è magnifico, come sempre, scorrevole, coinvolgente e riflessivo. Ti colpisce con passaggi profondi e veramente ben scritti, che non possono non arrivarti al cuore. Ve ne lascio alcuni qua sotto per rendere un po' l'idea.
 
" La tristezza è il nostro destino: ma è per questo che le nostre vite saranno cantate per sempre, da tutti gli uomini che verranno. "
 
Essendo un romanzo corale, ogni capitolo viene narrato dal punto di vista di un personaggio diverso, in modo da avere un quadro completo circa la psicologia dei diversi componenti. Questo non crea affatto confusione, anzi dà la possibilità di conoscere e comprendere le ragioni di ognuno di essi. A proposito di ciò, la cosa che mi ha molto colpito è il fatto che, seppur si tratti di un'opera che fu scritta dai vincitori, essi non mancarono di narrare anche il punto di vista dei vinti, le loro paure, le loro gioie e i loro dolori. Da ciò capisco che la pace era l'unica cosa a cui veramente ambivano, come il dolore dei Troiani che avevano perso tutto, in realtà, era anche il dolore degli Achei; oserei dire che si trattò di una guerra che la maggior parte di loro, achei e troiani insieme, non avrebbe voluto combattere. Questo mio pensiero è stato maggiormente rafforzato nell'ultimo capitolo, capirete perché una volta averlo letto perché non voglio fare alcuno spoiler.
Come ben saprete, tutto è partito da Paride ed Elena, due personaggi che non mi sono affatto piaciuti (mi dispiace per Orlando Bloom, ma è così). Pensavo che nonostante i suoi errori, Paride fosse un uomo capace di assumersi le sue responsabilità e porvi, così, rimedio, invece non era affatto come credevo. Quando giunse il momento in cui doveva mettersi in gioco per salvare il suo onore e l'intera faccenda che lui stesso aveva causato, si tirò indietro e fuggì via come un codardo. Colui che invece dovette prendere in mano le redini della situazione fu il valoroso Ettore, suo fratello, che pur di porre fine a tutto era disposto a combattere al posto di Paride. Ho ammirato tantissimo il personaggio di Ettore, soprattutto i riguardi che lui stesso aveva nei confronti della famiglia e della moglie Andromaca. A mio avviso, lui era l'esatto opposto del fratello, era tutto ciò che il fratello non sarebbe mai stato. Questo, Priamo, il padre di entrambi e di tantissimi altri (questo aveva figli per ogni dove), lo sapeva perfettamente, sapeva che Ettore era il più coraggioso e tenace tra i suoi figli, sapeva, in cuor suo, che era il migliore, sia come combattente che come persona. Da sottolineare il fatto che Paride non fu l'unico dei suoi fratelli che, nel momento in cui bisognava appoggiare Ettore nello scontro con Achille, se la diede a gambe lasciando il fratello del tutto solo.
Ho amato Ettore ancora di più quando dovette congedarsi da Andromaca prima della battaglia.
 
" [...] Io sono cresciuto imparando a essere forte sempre, e a combattere ogni battaglia in prima fila, per la gloria di mio padre e per la mia. Come potrebbe il mio cuore, adesso, lasciarmi fuggire? Io lo so bene che verrà il giorno in cui perirà la sacra città di Troia, e con essa Priamo e la gente di Priamo. E se immagino quel giorno non è il dolore dei Troiani, che immagino, né quello di mio padre, di mia madre, o dei miei fratelli, caduti nella polvere uccisi dai nemici. Io, quando immagino quel giorno, vedo te: vedo un guerriero acheo che ti prende e ti trascina via in lacrime, ti vedo schiava, ad Argo, mentre tessi le vesti di un'altra donna e per lei vai a prendere l'acqua alla fonte, ti vedo piangere, e sento la voce di quelli che guardandoti dicono 'Eccola lì la sposa di Ettore, il più forte di tutti i guerrieri Troiani'. Possa io morire prima di saperti schiava. Possa io essere sotto terra prima di dover udire le tue grida. "
 
E qui mi sono innamorata del personaggio di Ettore.
 
Ho ammirato anche Achille perché nonostante il suo essere violento, imprudente, orgoglioso e avventato, aveva comunque le sue ragioni e non agiva mai senza una giusta motivazione. Ho ammirato la sua compassione e il suo essere comprensivo nei confronti di un padre addolorato quale era Priamo.
Vi riporto quaggiù alcune delle sue parole.
 
" [...] Se gli dei mi salvano, se ritornerò a casa, sarà mio padre a scegliere una sposa per me. E' a casa che voglio andare, è lì che voglio tornare, a godere in pace di ciò che è mio, con una donna al fianco, una sposa. Per quanto immense, tutte le ricchezze che Troia nasconde dietro le sue mura non valgono quel che vale la vita. Si possono rubare buoi, e grasse pecore, ci si può riempire di cavalli e tripodi preziosi, comprandoli con l'oro: ma la vita non puoi rapirla, non puoi comprarla. Ti esce dalla gola, e non torna più indietro. "
 
Solo adesso mi rendo conto di quanto mi stia dilungando con questa recensione e sapete che non è una cosa che amo fare, visto che non voglio né annoiarvi né negarvi il piacere di una buona lettura rivelandovi troppo. Quindi sommariamente posso dirvi che è stata una gran bella lettura, è stato piacevole riscoprire questa grande opera e aver avuto l'opportunità di leggerla in maniera così coinvolgente, attraverso parole che hanno il potere di rapirti e trasmetterti veramente tanto. Lo consiglio ovviamente a tutti!
 
BELLISSIMO!
- Ariam.

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